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Le 22 raccomandazioni del Consiglio d'Europa all'Italia per combattere la corruzione

Corruzione, processi in stallo

Report del Consiglio d'Europa

l Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

Il rapporto del Consiglio d'Europa sulla corruzione in Italia

1) Servizio anticorruzione

2) Rivedere le leggi attuali e future

3) Formazione specifica per le forze dell'ordine

4) Coordinamento tra le forze dell'ordine

5) Tempi ragionevoli per i processi per corruzione

6) Il Lodo Alfano non ostacoli i processi

7) Confisca in rem

7) Confisca in rem

8) Strumenti di valutazione dei risultati

9) Denunciare le transazioni sospette

10) Risorse dedicate

11) Accesso alle informazioni degli enti locali

12) Studiare alternative al processo

13) Audit interno della P.a.

14) Fissare standard etici

15) Un codice di condotta anche per i ministri

16) Definire uno standard sul conflitto di interessi

17) Restrizioni sul conflitto di interessi

18) Protezione per chi denuncia

19) Estensione al settore privato

20) Interdizione dalle cariche sociali

21) Chiarezza dei bilanci sulle sanzioni

22) Agevolare la denuncia di casi sospetti

2009-10-18

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2009-10-18

Il rapporto del Consiglio d'Europa sulla corruzione in Italia

Le 22 raccomandazioni del Consiglio d'Europa all'Italia per combattere la corruzione

16 ottobre 2009

"Dai nostri archivi"

Lodo Mondadori: Fininvest dovrà risarcire 750 milioni a De Benedetti

Corruzione, primo prevenire

Berlusconi: "Meno tasse per sostenere l'economia"

Cyber crime, la nuova legge prevede sanzioni penali più dure

Rapidità e flessibilità: così si combatte la criminalità nella Pa

Ecco le 22 raccomandazioni rivolte all'Italia dal Consiglio d'Europa per combattere la corruzione, nel primo rapporto elaborato dal GRECO, il gruppo di 47 paesi impegnati su questo fronte.

1) Servizio anticorruzione

Il Servizio Anticorruzione e Trasparenza o un’altra entità competente, deve elaborare, con l’ausilio della società civile, una strategia per combattere la corruzione che preveda la prevenzione, l’individuazione dei casi di corruzione oltre che indagini e azioni giudiziarie. Tale entità deve anche prevedere a monitorare e valutare l’efficacia delle misure messe in atto.

2) Rivedere le leggi attuali e future

Le autorità italiane devono accertarsi che le leggi in vigore e quelle future, che devono assicurare che la giurisprudenza italiana sia in linea con i requisiti della Convenzione penale sulla corruzione, siano riviste al fine di assicurare una loro facile applicazione da parte della magistratura e degli avvocati.

3) Formazione specifica per le forze dell'ordine

Istituire un corso specializzato per le forze dell’ordine su come investigare i casi di corruzione e i crimini finanziari connessi.

4) Coordinamento tra le forze dell'ordine

Accrescere il coordinamento e lo scambio di conoscenze tra le diverse forze dell’ordine, considerando la possibilità di istituire un meccanismo di supporto orizzontale che assista le forze dell’ordine durante le indagini sui casi di corruzione.

5) Tempi ragionevoli per i processi per corruzione

Al fine di garantire che i casi di corruzione vengano decisi sul merito entro un tempo ragionevole, le autorità devono effettuare uno studio dei processi inerenti i casi di corruzione che finiscono per decorrenza dei termini per stabilire la portata e la natura dei problemi che potrebbero emergere, risolverli entro un tempo che dovrà essere stabilito e rendere pubblici i risultati di questo processo.

6) Il Lodo Alfano non ostacoli i processi

Assicurare che il Lodo Alfano non costituisca un ostacolo all’effettiva azione legale in caso di corruzione, cancellando l’immunità per seri crimini di corruzione, in caso di flagranza di reato o quando i processi hanno già raggiunto uno stadio avanzato.

7) Confisca in rem

Considerare l’introduzione della confisca in rem.

8) Strumenti di valutazione dei risultati

Adottare strumenti appropriati che consentano di valutare l’efficacia nella pratica delle attività svolte dalle forze dell’ordine soprattutto per quanto concerne l’applicazione di misure preventive e conseguenti ordini di confisca.

9) Denunciare le transazioni sospette

Enfatizzare con gli organi competenti l’importanza di denunciare le transazioni sospette, introducendo sanzioni per le omissioni o i ritardi

10) Risorse dedicate

Il governo italiano deve dare al Servizio Anticorruzione e Trasparenza o un altro ente l’autorità e le risorse per valutare sistematicamente l’efficacia del sistema amministrativo designato ad aiutare la prevenzione e l’individuazione della corruzione. Le valutazioni vanno rese pubbliche e devono servire a introdurre eventuali modifiche atte a migliorare il sistema.

11) Accesso alle informazioni degli enti locali

Il Governo deve valutare come le amministrazioni locali stanno applicando l’articolo 10 della legge 267/2000 (diritto di accesso e di informazione) e prendere le necessarie misure affinché le autorità locali rispettino quanto previsto da questa legge. Il governo deve inoltre valutare la legge al fine di stabilire se il requisito della motivazione (per cui si vuole acquisire un dato atto o documento) stia impropriamente limitando l’abilità di giudicare le amministrazioni dei cittadini. Inoltre in modo da evitare un appello ai tribunali amministrativi congestionati da cause pendenti dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di dare alla Commissione per l’accesso all’informazione l’autorità di ordinare all’autorità locale di fornire le informazioni richieste.

12) Studiare alternative al processo

Per far fronte alla lunghezza dei processi e agli arretrati dei tribunali amministrativi le autorità dovrebbero considerare l’opportunità di istituire formalmente alternative al processo.

13) Audit interno della P.a.

Nella riforma complessiva della pubblica amministrazione si deve garantire che le diverse componenti della stessa abbiano accesso a servizi di audit interno.

14) Fissare standard etici

Le autorità devono provvedere a fissare standard etici coerenti e che devono essere fatti rispettare per tutti coloro che lavorano nella pubblica amministrazione, compresi manager e consulenti, a tutti i livelli. Devono essere intraprese azioni al fine di garantire un sistema disciplinare celere in caso di violazione degli standard anche senza una condanna penale.

15) Un codice di condotta anche per i ministri

Il governo dovrebbe annunciare pubblicamente l’introduzione di un codice di condotta che contenga anche sanzioni in caso di violazione per i membri del governo stesso; tale codice dovrebbe contenere restrizioni ragionevoli sulla possibilità di accettare doni.

16) Definire uno standard sul conflitto di interessi

Le autorità devono definire chiaramente uno standard sul conflitto di interessi per tutti coloro che ricoprono funzioni nella pubblica amministrazione, compresi manager e consulenti, a tutti i livelli. Per coloro che dentro la pubblica amministrazione sono più a rischio di avere un conflitto di interessi va inoltre adottato un sistema che renda pubblica la loro posizione finanziaria, al fine di prevenire e individuare i potenziali conflitti di interesse.

17) Restrizioni sul conflitto di interessi

Le autorità devono adottare e implementare appropriate restrizioni concernenti il conflitto di interessi che può verificarsi con il passaggio dal pubblico al privato, o viceversa, di coloro che svolgono funzioni esecutive nella pubblica amministrazione.

18) Protezione per chi denuncia

Il governo deve creare un adeguato sistema di protezione per coloro che in buona fede denunciano quelli che ritengono casi di corruzione all’interno della pubblica amministrazione.

19) Estensione al settore privato

Il governo deve estendere la responsabilità amministrativa (corporate liability) ai casi di corruzione nel settore privato.

20) Interdizione dalle cariche sociali

Le autorità italiane devono considerare la possibilità di stabilire un divieto a ricoprire cariche esecutive nelle società (legal persons) per chi sia stato condannato per gravi reati di corruzione anche se il reato non è stato commesso in connessione con un abuso di potore o in violazione dei doveri legati a una data funzione.

21) Chiarezza dei bilanci sulle sanzioni

Il governo deve rivedere e rafforzare i requisiti di resoconto dei bilanci per tutte le società, quotate e non, per assicurare che le sanzioni siano effettive, proporzionate e dissuasive.

22) Agevolare la denuncia di casi sospetti

Il governo deve studiare, consultando le associazioni dei commercialisti, revisori dei conti e avvocati, quali misure, incluse quelle di natura legale, debbano essere prese per agevolare la denuncia di sospetti casi di corruzione e riciclaggio di denaro alle autorità competenti.

16 ottobre 2009

16 ottobre 2009

 

Corruzione, processi in stallo

Report del Consiglio d'Europa

di Samanta Agrò

16 ottobre 2009

Il Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

Le 22 raccomandazioni all'Italia per combattere la corruzione

COMMENTA la notizia

Il rapporto del Consiglio d'Europa sulla corruzione in Italia

"Dai nostri archivi"

Le 22 raccomandazioni del Consiglio d'Europa all'Italia per combattere la corruzione

Il Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

Il nodo giustizia: da Fini via libera "condizionato"

Immigrati: Italia nel mirino della Corte dei diritti dell'uomo

"Leggi per frenare i corrotti, non per bloccare le indagini"

STRASBURGO - Un allarmante numero di processi per corruzione che si chiudono per decorrenza dei termini nonostante vi siano prove schiaccianti contro gli imputati. Pubblici amministratori che rimangono al loro posto nonostante siano corrotti per mancanza di adeguate sanzioni disciplinari. Totale assenza di misure per contrastare e punire la corruzione di parlamentari e membri del governo, se non il difficile ricorso a un processo penale. E' il quadro desolante della giustizia e della corruzione in Italia, che emerge dal primo rapporto sul nostro paese diffuso oggi da Greco, organismo del Consiglio d'Europa che tiene monitorato il livello di corruzione. L'Italia è entrata nel gruppo di stati che fanno parte di Greco nel 2007.

Critiche al lodo Alfano, promosse le associazioni che combattono il pizzo

Nel rapporto, in cui si critica duramente anche il Lodo Alfano, le uniche parole positive sono rivolte alla magistratura, che "dimostra un chiaro impegno nel gestire con efficacia i processi per corruzione" e alla Confindustria e alle Camere di Commercio per le iniziative, come quella di minacciare l'espulsione dei membri che pagano il pizzo, intraprese per contrastare il fenomeno. Ma l'impegno degli uni e degli altri non è sufficiente a combattere la corruzione, che secondo numerosi studi condotti negli anni, nel nostro paese è diffusa e sistematica. I motivi fondamentalmente sono due: repressione spesso inefficace e insufficienti misure di prevenzione.

Le tattiche dilatorie per mandare i processi in prescrizione

Da un lato l'Italia ha delle leggi che permettono "a chi abbia un abile avvocato di utilizzare tattiche per ritardare il processo fino a che non scatta la decorrenza dei termini". Questo non solo fa sì che molti, anche in caso di prove inconfutabili a loro carico, sfuggano alle maglie della giustizia, rendendo misure come la confisca dei beni solo teoriche, perché per renderle effettive occorre una condanna. Ma porta anche molti giudici, che per ovviare al problema della decorrenza dei termini si concentrano sui casi di corruzione più gravi e di alto profilo, a "lasciar morire" i casi di corruzione di entità minore. Questo nel rapporto viene descritto come "un prezzo forse troppo alto da pagare" visto che sono proprio questi casi minori ad avere un effetto maggiore sulla vita dei cittadini, e la non azione porta le persone a ritenere la corruzione un fatto inevitabile. Greco arriva alla conclusione che "mentre le leggi penali in vigore e il duro lavoro dei magistrati per applicarle possono aver avuto un effetto decisivo agli inizi degli anni '90, sembrerebbe che attualmente occorrano soluzioni a lungo termine più elaborate, inclusa l'introduzione di meccanismi anti corruzione di tipo preventivo". Secondo Greco infatti le misure sinora introdotte sul fronte della prevenzione "sono timide".

22 raccomandazioni per sanare la situazione

Il rapporto del Consiglio d'Europa rivolge all'Italia 22 raccomandazioni per sanare la situazione e mettere il Paese in linea con gli standard stabiliti dall'organismo. Tra un anno e mezzo il governo dovrà rendere conto di come ha dato seguito a ciascuna raccomandazione e allora secondo Drago Kos, presidente di Greco, si potrà veramente valutare la volontà di combattere la corruzione del governo italiano.

16 ottobre 2009

 

l Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

16 ottobre 2009

"Dai nostri archivi"

Il percorso dal Lodo Schifani al Lodo Alfano

Lodo Alfano alla prova del 9

I timori del Consiglio d'Europa: tolleranza e rispetto per le culture sono la vera sfida

Il Pil cresce in culle straniere

Immigrati, è scontro fra Italia e Consiglio d'Europa

Nel suo primo rapporto sullItalia Greco, l'organismo del Consiglio d'Europa che ha il compito di monitorare come i 47 stati membri lottano e prevengono la corruzione, esprime seri dubbi sul Lodo Alfano. Secondo Greco, che nel rapporto analizza anche il sistema di immunità messo in atto nel nostro Paese, questa legge viola il basilare principio dell'uguaglianza di fronte alla legge e ha una serie di difetti. In particolare, si legge nel documento, sembrerebbe che l'immunità garantita sia assoluta e non possa essere sollevata in alcun caso, se non per espresso volere dell'interessato. La legge non indica alcun caso dove ricorrere all'immunità non possibile in alcuna circostanza, per esempio in caso di reati che superino una certa gravità, o arresto in flagranza di reato si sottolinea nel rapporto. Infine, secondo Greco un altro difetto sta nel fatto che l'immunità non viene garantita solo per reati commessi nell'espletamento della propria funzione, ma si estende anche a processi gli avviati concernenti atti commessi prima che la persona assumesse il proprio incarico. Greco dell'opinione che il tipo di immunità offerta dal Lodo Alfano può essere vista solo come un ostacolo per le indagini, i processi e la condanna di reati concernenti la corruzione e questo ostacolo tende a erodere la fiducia che i cittadini hanno nell'integrità del governo.

16 ottobre 2009

 

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2009-10-1

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-10-18

 

 

L'UNITA'

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2009-10-18

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-10-18

Il rapporto del Consiglio d'Europa sulla corruzione in Italia

Le 22 raccomandazioni del Consiglio d'Europa all'Italia per combattere la corruzione

16 ottobre 2009

"Dai nostri archivi"

Lodo Mondadori: Fininvest dovrà risarcire 750 milioni a De Benedetti

Corruzione, primo prevenire

Berlusconi: "Meno tasse per sostenere l'economia"

Cyber crime, la nuova legge prevede sanzioni penali più dure

Rapidità e flessibilità: così si combatte la criminalità nella Pa

Ecco le 22 raccomandazioni rivolte all'Italia dal Consiglio d'Europa per combattere la corruzione, nel primo rapporto elaborato dal GRECO, il gruppo di 47 paesi impegnati su questo fronte.

1) Servizio anticorruzione

Il Servizio Anticorruzione e Trasparenza o un’altra entità competente, deve elaborare, con l’ausilio della società civile, una strategia per combattere la corruzione che preveda la prevenzione, l’individuazione dei casi di corruzione oltre che indagini e azioni giudiziarie. Tale entità deve anche prevedere a monitorare e valutare l’efficacia delle misure messe in atto.

2) Rivedere le leggi attuali e future

Le autorità italiane devono accertarsi che le leggi in vigore e quelle future, che devono assicurare che la giurisprudenza italiana sia in linea con i requisiti della Convenzione penale sulla corruzione, siano riviste al fine di assicurare una loro facile applicazione da parte della magistratura e degli avvocati.

3) Formazione specifica per le forze dell'ordine

Istituire un corso specializzato per le forze dell’ordine su come investigare i casi di corruzione e i crimini finanziari connessi.

4) Coordinamento tra le forze dell'ordine

Accrescere il coordinamento e lo scambio di conoscenze tra le diverse forze dell’ordine, considerando la possibilità di istituire un meccanismo di supporto orizzontale che assista le forze dell’ordine durante le indagini sui casi di corruzione.

5) Tempi ragionevoli per i processi per corruzione

Al fine di garantire che i casi di corruzione vengano decisi sul merito entro un tempo ragionevole, le autorità devono effettuare uno studio dei processi inerenti i casi di corruzione che finiscono per decorrenza dei termini per stabilire la portata e la natura dei problemi che potrebbero emergere, risolverli entro un tempo che dovrà essere stabilito e rendere pubblici i risultati di questo processo.

6) Il Lodo Alfano non ostacoli i processi

Assicurare che il Lodo Alfano non costituisca un ostacolo all’effettiva azione legale in caso di corruzione, cancellando l’immunità per seri crimini di corruzione, in caso di flagranza di reato o quando i processi hanno già raggiunto uno stadio avanzato.

7) Confisca in rem

Considerare l’introduzione della confisca in rem.

8) Strumenti di valutazione dei risultati

Adottare strumenti appropriati che consentano di valutare l’efficacia nella pratica delle attività svolte dalle forze dell’ordine soprattutto per quanto concerne l’applicazione di misure preventive e conseguenti ordini di confisca.

9) Denunciare le transazioni sospette

Enfatizzare con gli organi competenti l’importanza di denunciare le transazioni sospette, introducendo sanzioni per le omissioni o i ritardi

10) Risorse dedicate

Il governo italiano deve dare al Servizio Anticorruzione e Trasparenza o un altro ente l’autorità e le risorse per valutare sistematicamente l’efficacia del sistema amministrativo designato ad aiutare la prevenzione e l’individuazione della corruzione. Le valutazioni vanno rese pubbliche e devono servire a introdurre eventuali modifiche atte a migliorare il sistema.

11) Accesso alle informazioni degli enti locali

Il Governo deve valutare come le amministrazioni locali stanno applicando l’articolo 10 della legge 267/2000 (diritto di accesso e di informazione) e prendere le necessarie misure affinché le autorità locali rispettino quanto previsto da questa legge. Il governo deve inoltre valutare la legge al fine di stabilire se il requisito della motivazione (per cui si vuole acquisire un dato atto o documento) stia impropriamente limitando l’abilità di giudicare le amministrazioni dei cittadini. Inoltre in modo da evitare un appello ai tribunali amministrativi congestionati da cause pendenti dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di dare alla Commissione per l’accesso all’informazione l’autorità di ordinare all’autorità locale di fornire le informazioni richieste.

13) Audit interno della P.a.

Nella riforma complessiva della pubblica amministrazione si deve garantire che le diverse componenti della stessa abbiano accesso a servizi di audit interno.

14) Fissare standard etici

Le autorità devono provvedere a fissare standard etici coerenti e che devono essere fatti rispettare per tutti coloro che lavorano nella pubblica amministrazione, compresi manager e consulenti, a tutti i livelli. Devono essere intraprese azioni al fine di garantire un sistema disciplinare celere in caso di violazione degli standard anche senza una condanna penale.

15) Un codice di condotta anche per i ministri

Il governo dovrebbe annunciare pubblicamente l’introduzione di un codice di condotta che contenga anche sanzioni in caso di violazione per i membri del governo stesso; tale codice dovrebbe contenere restrizioni ragionevoli sulla possibilità di accettare doni.

16) Definire uno standard sul conflitto di interessi

Le autorità devono definire chiaramente uno standard sul conflitto di interessi per tutti coloro che ricoprono funzioni nella pubblica amministrazione, compresi manager e consulenti, a tutti i livelli. Per coloro che dentro la pubblica amministrazione sono più a rischio di avere un conflitto di interessi va inoltre adottato un sistema che renda pubblica la loro posizione finanziaria, al fine di prevenire e individuare i potenziali conflitti di interesse.

17) Restrizioni sul conflitto di interessi

Le autorità devono adottare e implementare appropriate restrizioni concernenti il conflitto di interessi che può verificarsi con il passaggio dal pubblico al privato, o viceversa, di coloro che svolgono funzioni esecutive nella pubblica amministrazione.

18) Protezione per chi denuncia

Il governo deve creare un adeguato sistema di protezione per coloro che in buona fede denunciano quelli che ritengono casi di corruzione all’interno della pubblica amministrazione.

19) Estensione al settore privato

Il governo deve estendere la responsabilità amministrativa (corporate liability) ai casi di corruzione nel settore privato.

20) Interdizione dalle cariche sociali

Le autorità italiane devono considerare la possibilità di stabilire un divieto a ricoprire cariche esecutive nelle società (legal persons) per chi sia stato condannato per gravi reati di corruzione anche se il reato non è stato commesso in connessione con un abuso di potore o in violazione dei doveri legati a una data funzione.

21) Chiarezza dei bilanci sulle sanzioni

Il governo deve rivedere e rafforzare i requisiti di resoconto dei bilanci per tutte le società, quotate e non, per assicurare che le sanzioni siano effettive, proporzionate e dissuasive.

22) Agevolare la denuncia di casi sospetti

Il governo deve studiare, consultando le associazioni dei commercialisti, revisori dei conti e avvocati, quali misure, incluse quelle di natura legale, debbano essere prese per agevolare la denuncia di sospetti casi di corruzione e riciclaggio di denaro alle autorità competenti.

16 ottobre 2009

 

12) Studiare alternative al processo

Per far fronte alla lunghezza dei processi e agli arretrati dei tribunali amministrativi le autorità dovrebbero considerare l’opportunità di istituire formalmente alternative al processo.

16 ottobre 2009

 

 

 

 

 

Corruzione, processi in stallo

Report del Consiglio d'Europa

di Samanta Agrò

16 ottobre 2009

Il Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

Le 22 raccomandazioni all'Italia per combattere la corruzione

COMMENTA la notizia

Il rapporto del Consiglio d'Europa sulla corruzione in Italia

"Dai nostri archivi"

Le 22 raccomandazioni del Consiglio d'Europa all'Italia per combattere la corruzione

Il Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

Il nodo giustizia: da Fini via libera "condizionato"

Immigrati: Italia nel mirino della Corte dei diritti dell'uomo

"Leggi per frenare i corrotti, non per bloccare le indagini"

STRASBURGO - Un allarmante numero di processi per corruzione che si chiudono per decorrenza dei termini nonostante vi siano prove schiaccianti contro gli imputati. Pubblici amministratori che rimangono al loro posto nonostante siano corrotti per mancanza di adeguate sanzioni disciplinari. Totale assenza di misure per contrastare e punire la corruzione di parlamentari e membri del governo, se non il difficile ricorso a un processo penale. E' il quadro desolante della giustizia e della corruzione in Italia, che emerge dal primo rapporto sul nostro paese diffuso oggi da Greco, organismo del Consiglio d'Europa che tiene monitorato il livello di corruzione. L'Italia è entrata nel gruppo di stati che fanno parte di Greco nel 2007.

Critiche al lodo Alfano, promosse le associazioni che combattono il pizzo

Nel rapporto, in cui si critica duramente anche il Lodo Alfano, le uniche parole positive sono rivolte alla magistratura, che "dimostra un chiaro impegno nel gestire con efficacia i processi per corruzione" e alla Confindustria e alle Camere di Commercio per le iniziative, come quella di minacciare l'espulsione dei membri che pagano il pizzo, intraprese per contrastare il fenomeno. Ma l'impegno degli uni e degli altri non è sufficiente a combattere la corruzione, che secondo numerosi studi condotti negli anni, nel nostro paese è diffusa e sistematica. I motivi fondamentalmente sono due: repressione spesso inefficace e insufficienti misure di prevenzione.

Le tattiche dilatorie per mandare i processi in prescrizione

Da un lato l'Italia ha delle leggi che permettono "a chi abbia un abile avvocato di utilizzare tattiche per ritardare il processo fino a che non scatta la decorrenza dei termini". Questo non solo fa sì che molti, anche in caso di prove inconfutabili a loro carico, sfuggano alle maglie della giustizia, rendendo misure come la confisca dei beni solo teoriche, perché per renderle effettive occorre una condanna. Ma porta anche molti giudici, che per ovviare al problema della decorrenza dei termini si concentrano sui casi di corruzione più gravi e di alto profilo, a "lasciar morire" i casi di corruzione di entità minore. Questo nel rapporto viene descritto come "un prezzo forse troppo alto da pagare" visto che sono proprio questi casi minori ad avere un effetto maggiore sulla vita dei cittadini, e la non azione porta le persone a ritenere la corruzione un fatto inevitabile. Greco arriva alla conclusione che "mentre le leggi penali in vigore e il duro lavoro dei magistrati per applicarle possono aver avuto un effetto decisivo agli inizi degli anni '90, sembrerebbe che attualmente occorrano soluzioni a lungo termine più elaborate, inclusa l'introduzione di meccanismi anti corruzione di tipo preventivo". Secondo Greco infatti le misure sinora introdotte sul fronte della prevenzione "sono timide".

22 raccomandazioni per sanare la situazione

Il rapporto del Consiglio d'Europa rivolge all'Italia 22 raccomandazioni per sanare la situazione e mettere il Paese in linea con gli standard stabiliti dall'organismo. Tra un anno e mezzo il governo dovrà rendere conto di come ha dato seguito a ciascuna raccomandazione e allora secondo Drago Kos, presidente di Greco, si potrà veramente valutare la volontà di combattere la corruzione del governo italiano.

16 ottobre 2009

 

 

 

l Lodo Alfano viola il principio di uguaglianza davanti alla legge

16 ottobre 2009

"Dai nostri archivi"

Il percorso dal Lodo Schifani al Lodo Alfano

Lodo Alfano alla prova del 9

I timori del Consiglio d'Europa: tolleranza e rispetto per le culture sono la vera sfida

Il Pil cresce in culle straniere

Immigrati, è scontro fra Italia e Consiglio d'Europa

 

Nel suo primo rapporto sullItalia Greco, l'organismo del Consiglio d'Europa che ha il compito di monitorare come i 47 stati membri lottano e prevengono la corruzione, esprime seri dubbi sul Lodo Alfano. Secondo Greco, che nel rapporto analizza anche il sistema di immunità messo in atto nel nostro Paese, questa legge viola il basilare principio dell'uguaglianza di fronte alla legge e ha una serie di difetti. In particolare, si legge nel documento, sembrerebbe che l'immunità garantita sia assoluta e non possa essere sollevata in alcun caso, se non per espresso volere dell'interessato. La legge non indica alcun caso dove ricorrere all'immunità non possibile in alcuna circostanza, per esempio in caso di reati che superino una certa gravità, o arresto in flagranza di reato si sottolinea nel rapporto. Infine, secondo Greco un altro difetto sta nel fatto che l'immunità non viene garantita solo per reati commessi nell'espletamento della propria funzione, ma si estende anche a processi gli avviati concernenti atti commessi prima che la persona assumesse il proprio incarico. Greco dell'opinione che il tipo di immunità offerta dal Lodo Alfano può essere vista solo come un ostacolo per le indagini, i processi e la condanna di reati concernenti la corruzione e questo ostacolo tende a erodere la fiducia che i cittadini hanno nell'integrità del governo.

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AVVENIRE

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2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STAMPA

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2009-03-13

 

 

 

 

 

LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO

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IL GIORNALE

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L'OSSERVATORE ROMANO

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IL MATTINO

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CORRIERE dello SPORT

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L'ESPRESSO

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PANORAMA

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FAMIGLIA CRISTIANA

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SORRISI e CANZONI

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PUNTO INFORMATICO

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